La forma è perfetta, «di quelle che a un gioielliere riescono una volta nella vita». Ecco a voi la collana Calla
26/03/2018: Vhernier porta nel mondo l’artigianalità made in Italy
La forma è perfetta, «di quelle che a un gioielliere riescono una volta nella vita». Il nome invece non è esattamente quello che Carlo Traglio aveva sognato, ma si è rivelato altrettanto azzeccato. Parliamo della collana Calla di Vhernier, che compie vent’anni e che Traglio, presidente e amministratore delegato del marchio al 100% made in Valenza, ha deciso di festeggiare in vari modi.
A Londra, dopo anni di ricerca della location giusta, ha aperto da poco una boutique all’angolo con New Bond Street. Di tutto rispetto i “vicini di negozio”, da Graff a Cartier, da De Beers a Tiffany, oltre a tutti i nomi del lusso italiano e francese. «Ma il vero omaggio a questo straordinario gioiello lo faremo a Milano, la nostra seconda casa, dopo Valenza, dove a settembre presenteremo un’edizione speciale e limitata della collana in oro bianco e zaffiri. Preferisco non dire di più, in questi mesi potrebbero venirci altre idee ancora più audaci».
Traglio rilevò Vhernier nel 2001, annus horribilis per il mondo occidentale (e non solo) e per il settore del lusso: dopo l’attacco alle Torre gemelli di New York persino l’alto di gamma, considerato da sempre un settore anticiclico e resiliente, subì il contraccolpo dell’atmosfera di incertezza e paura che si diffuse nel pianeta. «Fu una pazzia fare un investimento tanto importante in quel periodo, ma l’occasione non si poteva perdere – ricorda Traglio –. I gioielli sono sempre stati la mia passione e per Vhernier nutrivo un’ammirazione particolare e intravedevo un potenziale dirompente. La scelta di puntare sul design e su una visione di totale rottura rispetto al gioiello tradizionale era esattamente quello che cercavo per dare forma ai miei sogni».
E veniamo al nome della collana long seller di Vhernier: come intuizione estetica, la Calla è di Angela Camurati, da sempre in azienda e ancora oggi collaboratrice di Traglio. «Negli anni l’abbiamo perfezionata, persino nella chiusura, che abbiamo reso invisibile. L’abbiamo ingrandita, rimpicciolita, arricchita e ci siamo sbizzarriti nei materiali e negli accostamenti – racconta l’imprenditore e creativo –. Siamo arrivati a fare una collana Calla full pavé di diamanti, che resterà un pezzo unico. Poi ci siamo inventati quella in titanio e diamanti, un abbinamento che sembrava azzardato persino a noi ma che in molti ci hanno già copiato. Se avessi potuto, questa grande famiglia si sarebbe chiamata Callas, come la cantante. Ma il nome era già stato registrato: abbiamo tolto una esse e tutti hanno sempre pensato che ci fossimo ispirati al fiore. Non è esattamente così, dopo 20 anni posso confessarlo».
Il 2017 è stato molto positivo per Vhernier: il fatturato è cresciuto del 35% a 38 milioni, con un export del 50 per cento. «Nel 2018 ci concentreremo in particolare su Stati Uniti e Medio Oriente – aggiunge Traglio –. Abbiamo appena aperto all’interno del Dubai Mall e anche la boutique di Istanbul sta andando molto bene. Siamo dei pionieri nel design e orgogliosi di esserlo. Lo siamo altrettanto dell’artigianalità tutta italiana di Vhernier, che vogliamo portare nel mondo insieme a uno stile che, sia detto senza falsa modestia, ha cambiato la gioielleria contemporanea».
La sfida per un’azienda dove tutto è ancora fatto a mano è crescere senza compromettere la componente artigianale. «Il successo dei pezzi unici e dell’alta gioielleria, che può arrivare a costare centinaia di migliaia di euro, conferma quanto i gioielli rappresentino ancora un sogno e un investimento – conclude Traglio –. Ma non vogliamo escludere nessuno: il gusto è un valore, non una questione di prezzo. Per questo abbiamo anelli che partono da circa 2mila euro e nascono dalla stessa passione e ricerca dei loro fratelli e sorelle più preziosi».
[Fonte: ADN Kronos]